Ora non bisogna drammatizzare, ma solo sostenere
Il Napoli perde a Sassuolo. E' bastata una sconfitta per cedere allo sconforto, alla delusione. E' bastata una sconfitta in una partita ufficiale, per dimenticare quanto di buono detto su Sarri in questi ultimi mesi. Magari si è esagerato con le lodi per un allenatore bravo per come ha fatto giocare la scorsa stagione la provinciale Empoli. Forse le lodi sono state troppo precoci per un allenatore che, per la prima volta, allena la squadra di una piazza esigente e ambiziosa come quella napoletana. Non è da escludere che le lodi a Sarri, abbiano rappresentato il mezzo per sfoggiare la soddisfazione per l'allontanamento di Benitez, un allenatore troppo prestigioso per una piazza che, storicamente, di prestigioso aveva (oggi non più) il calore del San Paolo.
Sarri ha perso contro una medio-piccola, come Mazzarri, come Benitez. Certo, preoccupa il fatto che la maglia era "inzuppata" di sudore come lo era quella del Napoli di Benitez. Certo, preoccupa che rispetto alla scorsa stagione non sono state create le 8-9 azioni da gol nitide, che il modulo di Benitez permetteva di costruire in ogni partita. Certo, c'è delusione per aver scoperto che anche con il centrocampo a tre, si sono presi gli stessi gol e si sono subìte le stesse ripartenze degli avversari, come accadeva con il centrocampo a due di Benitez. Certo, preoccupa che nelle ultime due stagioni, Benitez si è accontentato di calciatori scelti nel Real Madrid, nel Liverpool, nel PSV, nella Dinamo Kiev, nel Santos. Sarri, invece, si è accontentato di quelli scelti nell'Empoli, nel Crotone, nell'Udinese.
Ma queste sono preoccupazioni che con il tempo possono sparire. Il lavoro, se fatto bene e con competenza, di solito paga. Ma prima di raccogliere bisogna seminare e, quindi, ci vuole tempo. Ecco, proprio il fattore tempo è la linea di credito da concedere a Sarri. I primi giudizi attendibili si possono dare solo verso dicembre. Fino a quel momento, Sarri va sostenuto e incoraggiato.