Carpi-Napoli e il messaggio cifrato degli irrigatori
di Mauro Guerrera
Il Napoli pareggia con il Carpi. L'aspetto positivo è senz'altro la terza partita consecutiva senza subire gol. Il lato negativo è che il distacco in classifica da alcune pretendenti ad un posto in Europa League è aumentato. Inutile pensare alla vetta occupata dall'Inter. La squadra di Mancini è lanciata verso lo scudetto grazie anche ad alcuni episodi favorevoli (siamo già a tre rigori contro i nerazzurri, non dati sullo 0-0). Vincere cinque partite su cinque con il minimo sforzo, rappresenta il classico segnale di chi ha il destino colorato di tricolore. In ogni caso, anche se l'Inter dovesse inciampare lungo il cammino, non è certa il Napoli attuale la squadra che ne potrebbe benificiare.
Dopo le due manite rifilate al Brugge in Europa League e alla Lazio in campionato, il Napoli era atteso alla prova di maturità. Ma come accade dal 1926, fatta eccezione per i due anni chiusi come Campione d'Italia, il Napoli sbaglia l'appuntamento con il salto di qualità. Non è colpa di Sarri, così come non era colpa di Benitez o Mazzarri, di Reja o di Di Marzio, di mister Vinicio o di mister Pesaola. Il fallire le cosiddette partite-svolta, è una caratteristica intrinseca di questa società, è una sfumatura di azzurro che completa il colore di questa maglia.
La prestazione deludente di ieri, forse è la logica conseguenza delle fin troppo brillanti prestazioni nelle precedenti due partite. Il calo mentale e, di conseguenza, fisico era prevedibile. La cosa che forse ha innervosito i tifosi, attenti osservatori, è che in troppi hanno pensato di risolvere la pratica Carpi da soli, senza l'aiuto dei compagni, senza giocare da squadra. Ecco, forse gli irrigatori sono entrati in funzione a fine secondo tempo, non per innaffiare il campo, ma per bagnare d'umiltà quei giovanotti d'azzurro vestiti.